fregio frontespizio libretto 'La Cleopatra' di G.mo Dall'Angelo 1662

Nota biografica

a cura di Alessandro Saraceni

Frà Daniele da Castrovillari, conventuale, ...

   

Daniele da Castrovillari - anche Daniele di Castrovillari o Daniele Castrovillari o frà Daniele - (prob. Castrovillari, Cosenza, 1613 - Venezia, 29 novembre 1678), compositore e organista, frate francescano minore conventuale, è descritto anche come operista, teorico e poeta.

Sulla pagina del registro dei morti dei Frari (oggi inglobato nell'archivio della parrocchia di San Tomà a Venezia - Libro dei Morti, numero di serie 279) è registrato che il 29 novembre 1678 frà Daniele muore nella comunità francescana dei Frari di Venezia, dopo trentatré giorni di febbre ed all'età di 65 anni.

Ciò ci permette di collocare, con buona approssimazione, l'anno di nascita nel 1613. È lo storico Isidoro Gatti che, citando fra Daniele sul suo pregevole volume dei Frari di Venezia, accanto al nome, tra parentesi, scrive «Cosenza 1613-1678», ipotizzando che fra Daniele possa essere nato a Cosenza città o in una qualsiasi provincia di essa, citando il nome della città importante più “prossima” al luogo d'origine.

Il fatto di chiamarsi “da Castrovillari” potrebbe spiegarsi per due ordini di motivi: la permanenza di frà Daniele nel Protoconvento francescano castrovillarese, dal quale uscì dopo esservi vissuto con i confratelli per molto tempo ed essere stato iniziato ed istruito alla vita religiosa (postulandato, noviziato, professione, consacrazione sacerdotale, preparazione teologica e musicale), o ancora per la consuetudine del tempo secondo la quale, per i frati, il luogo d'origine o del convento di affiliazione prendeva il posto del cognome.

Fu custode provinciale dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali di Calabria, è ipotizzabile nella custodia di Castrovillari detta Vallis (al tempo di fra Daniele la Calabria era una provincia unica divisa in cinque custodie: Castrovillari chiamata Vallis, Crotone Cotronensis, Gerace Locrinensis, Stilo Stili e Reggio Calabria Regina), dopo il 1630 fino, al massimo, al 1639, se accettiamo che ricoprì la carica in seno al periodo del papato di Urbano VIII (1623-1644), ammettendo anche che di questi anni è il Sonetto a Papa Urbano VIII, dal quale si evince, da parte di fra Daniele, una sviluppata conoscenza dei testi biblici, della Divina Commedia di Dante Alighieri, delle Storie di Erodoto e delle Georgiche di Virgilio. In calce al sonetto appare la dicitura «Fra Daniele da Castro, Custode Provinciale di Calabria».

Dal 1640 al 1659 frà Daniele si trasferì prima a Ferrara e poi a Padova. Nella città estense, secondo Domenico Sparacio, il frate musicista svolse il servizio di organista nella cattedrale della città, godendo già di una certa notorietà.

Durante la permanenza a Padova, successivamente, non solo continuò l'attività di organista, ma si affermò come famoso esperto e stimato compositore. Probabilmente ebbe come allievo Giovanni Battista Bassani. Fu probabilmente nel 1659 che fra Daniele si trasferì nella comunità francescana dei Frari di Venezia, dove lo stesso anno venne rappresentata la sua opera intitolata Gl'avvenimenti d'Orinda.

Da questo momento fra Daniele venne a contatto con i più autorevoli compositori dell'epoca; tra questi: Francesco Cavalli e Marcantonio Cesti. Sempre dal 1659 in poi, frà Daniele fu uno dei maestri attivi (insieme all'Ariosti, al Cesti ed allo Ziani) nella cappella ducale di San Marco, secondo il Caffi con un suo proprio ufficio. Nel 1661, sempre a Venezia, nel Teatro di San Luca, venne rappresentata l'opera La Pasife, o vero L'Impossibile fatto possibile di frà Daniele.

L'anno successivo, sempre a Venezia, venne rappresentata La Cleopatra, l'unica opera di frà Daniele di cui ci sono pervenuti sia la partitura sia il libretto. Tale opera lo pone nella generazione successiva a Cavalli e vicina allo stile di Ziani. In questo periodo frà Daniele era pronto a comporre un'opera per la nuova stagione, ma i suoi interessi andarono a favore di una “rivisitazione” di un'opera di Cesti.

Sembra che nel 1662 il frate compose anche musica vocale per il duca di Mantova, contenuta in due libri delle sue cantate che, allo stato attuale delle ricerche, non sono stati ancora rinvenuti.

Altri documenti che provano la presenza di frà Daniele a Venezia da questo periodo fino alla sua morte sono i seguenti:

  • nell'Archivio Sartori, in un elenco datato febbraio 1663, frà Daniele da Castrovillari risulta il 28° componente della Comunità Francescana dei Frari in Venezia;
  • nello stesso archivio, in data 8 giugno 1671, frà Daniele è citato come organista di Venezia;
  • in un verbale dei Frari del 16 dicembre 1674, è registrato che frà Daniele può godere di un mandato di cinque ducati per il servizio di organista svolto;
  • in un altro verbale dei Frari datato 29 dicembre, sempre del 1674, è scritto che a Fra' Daniele spettano altri dieci ducati per il servizio di organista svolto.
  • L'ultimo documento in ordine cronologico in nostro possesso su Fra' Daniele è la certificazione di morte.

Le fonti consultate riportano che fra Daniele compose moltissimi melodrammi, in gran parte perduti; si ha traccia solo di tre. In essi il nome del compositore compare solo in La Pasife.

In linea con la tradizione melodrammatica della seconda metà del Seicento ed in particolare della scuola veneziana (sia per ciò che concerne la scelta degli argomenti, sia per la strutturazione musicale) le opere di fra Daniele sono caratterizzate da varietà orchestrale (resa musicalmente attraverso numerosi ritornelli strumentali o brevi sinfonie iniziali), arie di pregevole fattura e recitativi generalmente monotoni. Tali elementi assicurarono al loro autore una notevole fama e soprattutto La Cleopatra, a detta di alcuni studiosi, venne accolta da uno straordinario successo.

L'opera Gl'avvenimenti d'Orinda, di cui non ci è pervenuta la musica ma soltanto il libretto (in due diverse edizioni, la prima stampata a Venezia da Batti nel 1659 e la seconda a Napoli da Cavallo nel 1662), è un dramma in tre atti su libretto del patrizio veneto Pietro Angelo Zaguri. Fu rappresentata nel Teatro di San Zanipolo di Venezia per il carnevale del 1659. Un'altra fonte riporta che il dramma fu rappresentato nel Teatro Ss. Giovanni e Paolo il 3 gennaio 1659, e dedicato all'impresario del teatro nella stessa data. Apparentemente le due date sembrano in contrapposizione ma “Zanipòlo” è l'espressione veneta di “Zani” [=Giovanni], e di “Polo” [=Paolo], cioè “Giovanni e Paolo”. Si tratta, pertanto, del medesimo teatro. Per quanto riguarda la data, il periodo è il medesimo: a Venezia il carnevale, con l'autorizzazione a girare mascherati, iniziava il 26 dicembre, quindi il 3 gennaio era già “nel camevale”.

La seconda opera di fra Daniele, La Pasife, o vero L 'Impossibile fatto possibile, è un dramma in un prologo e tre atti su libretto di Giuseppe Artale, «principe dell'Illustr. Accademia degli Erranti di Napoli», rappresentato durante il carnevale 1661, nel Teatro San Salvatore di Venezia, detto volgarmente San Luca [ora Teatro “Goldoni”], fatto costruire dalla nobile famiglia Vendramin. L'opera è dedicata a Luigi Foscarini. L'impresario fu Giacomo Batti. Sembra che esistano due diverse edizioni del libretto con uguale data e differenti solo per la stesura della scena quindicesima dell'atto terzo. L'indicazione di Eitner relativa all'esistenza nell'archivio teatrale di Torino di un altro libretto della stessa opera recante la data del 1643, non è accertata. Di quest'opera, pertanto, si ha solo il libretto, edito a Venezia nel 1661 da Giacomo Batti.

Della Cleopatra si conserva la partitura manoscritta a Venezia, tra i Codici Contariniani della Biblioteca Marciana (Racc. Rossi, ms.9926). Dramma in un prologo e tre atti su libretto del veneziano Giacomo Dall'Angelo, fu rappresentato a Venezia nel Teatro San Salvatore nel Carnevale del 1662. Come per La Pasife, Giacomo Batti fu l'impresario. Come testimoniano gli storici, quest'opera fece ottenere a frà Daniele uno straordinario successo e moltissima popolarità ed è l'unica sua opera di cui si abbia libretto e musica.

La scelta di fra Daniele di rappresentare in opera il tema di Cleopatra è in sintonia con la moda dell'epoca di trattare in musica i personaggi mitologici o della storia antica come Achille, Ulisse, Scipione, Alessandro Magno, Muzio Scevola, Annibale. Probabilmente è la prima opera che rappresenta il tema di Cleopatra, successivamente trattato da altri compositori.

Nell'antiporta del libretto è citata la guerra di Candia e Creta che è costretta a difendersi dagli attacchi dei turchi. Accanto a personaggi storici, il librettista Giacomo Dall'Angelo inserisce anche personaggi d'invenzione. Come da convenzione e diversamente dal fatto storico, il finale è lieto: Cleopatra non muore e viene bloccata mentre tenta il suicidio con l'aspide mentre Marco Antonio si ravvede e ritorna da Ottavia.

La Cleopatra comprende quarantasei arie “a solo” e otto duetti. In essa sono incluse molte arie concertate, la maggior parte delle quali richiedono una considerevole agilità vocale, e un lamento di dimensione inusualmente lunga; secondo Thomas Walker la musica non è di altissima qualità ed in alcuni punti è piuttosto inelegante. Sei Ariette della Cleopatra sono custodite presso la biblioteca del Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli: sono trascrizioni manoscritte postume, fedeli alle originali, estrapolate dal manoscritto di fra Daniele custodito alla Marciana.

Si pensa che fra Daniele abbia scritto molti più lavori per organo che per il teatro, vista la sua attività di servizio nelle cattedrali.

Presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, nel codice Barberiniano, è custodito il Sonetto a Papa Urbano VIII, scritto e firmato con la grafia di fra Daniele. Il sonetto è disposto in quattordici versi (due quartine e due terzine), a rima incrociata per le quartine ed a rima alternata per le terzine, secondo lo schema ABBA, ABA. In esso si evincono due fonti ispiratrici principali collegate: il primo capitolo del libro di Ezechiele nell'Antico Testamento (Ez, 1,4-12) ed il canto ventinovesimo (vv. 88-114) del Purgatorio della Divina Commedia di Dante Alighieri. Entrambi i testi hanno simili allegorie usate da fra Daniele per rendere mirabile la figura del pontefice Urbano VIII. Lo scritto rispecchia lo stile e le caratteristiche del periodo Barocco in cui è stato composto, trovandosi conforme alla corrente letteraria del Marinismo.

COMPOSIZIONI

OPERE
  • Gl'avvenimenti d'Orinda, dramma in tre atti (libretto del patrizio veneto Pietro Angelo Zaguri; 1a rappresentazione: Venezia, Teatro Ss. Giovarmi e Paolo, gennaio 1659).
  • La Pasife, o vero L 'Impossibile fatto possibile, dramma in un prologo e tre atti (libretto di Giuseppe Artale "principe dell'Illustr. Accademia degli Erranti di Napoli"; 1a rappresentazione: Venezia, Teatro san Salvatore, carnevale 1661).
  • La Cleopatra, dramma in un prologo e tre atti (libretto di Giacomo Dall'Angelo; 1a rappresentazione: Venezia, Teatro san Salvatore, carnevale 1662).

BIBLIOGRAFIA

  • Archivio della Parrocchia di San Tomà a Venezia, Registro dei Morti dei Frari, numero di serie 279.
  • ARCHIVIO DI STATO DI VENEZIA, Procuratori di san Marco de Supra, 91/Processo, fasc. 207.
  • BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA, “Cento Autori”, Cod. Barb. Lat. 3891, ff. 208-209V.
  • NICOLA PAPINI, Provinciale 0rdinis Minorum Conventualium, p. 92/CCLXLYIV (Sec. XVIII), MS. nella Curia dei Minori Conv. a Roma. Miscellanea Minoritica - Scriptores Trium Ordinum S.P.Francisci ab anno 1560 ad. annum 1750 et ultra, [AG OFM Conv.: Manoscr. III 86].
  • DOMENICO M. SPARACIO, Musicisti minori conventuali, in Miscellanea francescano, XXV (1925).
  • Serie dei Ministri Provinciali della Provincia Minoritica dei Sette Martiri di Calabria, in Miscellanea Francescana, XXXVI, luglio-dicembre 1936.
  • GIOVANNI GIACINTO SBARAGLIA [SBARALEA], Supplementum et Castigatio ad Scriptores Trium Ordinum S.Francisci a waddingo aliisve descriptos cum adnotationibus ad syllabum martyrurn corumdem ordinum. Opus posthumum, Fr. Jo. Hyacinthi Sbaraleae. Edilio nova variis additamentis et continuatione scriptorum locupletata, Romae, P. Aniceto Chiappini O.F.M., MCMXXXVI.
  • NINO PIRROTTA, voce Castrovillari, Daniele, in Enciclopedia dello spettacolo, III, Roma, Le Maschere, 1954.
  • ARIELLA LANERANCHI, voce Castrovillari, Daniele, in Dizionario biografico degli italiani, XXII, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1979.
  • FRANCESCO Russo, MSC, I francescani Minori Conventuali in Calabria (1217-1982), Catanzaro, Silipo e Lucia, 1982.
  • CLAUDIO SARTORI, Archivio, II/2, p. 1939-1940 e 1951, Padova, 1986.
  • Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti. Appendice, Torino, UTET, 1990.
  • Gli scrittori di Castrovillari, Castrovillari, Prometeo, 1991.
  • THOMAS WALKER, voce Castrovillari, Daniele da, in The New Grove Dictionary of Opera, I, London, Macmillan, 1992.
  • ISIDORO GATTI, "Santa Maria Gloriosa dei Frari. Storia di una presenza Francescana a Venezia”, Venezia, Grafiche Veneziane, 1992.
  • PIA TUCCI, Daniele da Castrovillari, un musicista calabrese nella Venezia del Seicento, in Daedalus. Quaderni del laboratorio di storia, n. 15, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2000.
  • THOMAS WALKER - BETH L. GLIXON, voce Castrovillari, Daniele da, in The New Grove Dictionary of Music and Musicians, V, London, Macmillan, 2001.
  • ALESSANDRO SARACENI, Fra Daniele da Castrovillari. Musicista, organista, operista e compositore del Seicento, Tesi di laurea, Conservatorio di Musica di Benevento, 26 ottobre 2006, inedito.
  • ALESSANDRO SARACENI, Castrovillari Daniele da, in Dizionario dei Musicisti Calabresi, a cura di Gallo Marilena, Abramo, Catanzaro, 2010

Documento di morte di Frà Daniele,
29 novembre 1678

E' riportato qui il documento di morte di Frà Daniele da Castrovillari tratto dal Registro dei Morti della parrocchia di S.Tomà - Venezia:

29 nov 1678- documento di morte di Frà Daniele da Castrovillari dal Registro dei Morti della parrocchia di S.Tomà - Venezia

NOTA DELLO STORICO I.GATTI:
..il testo originale ... bisogna trascriverlo prout iacet e non "modernizzarlo" secondo la grafia o il vocabolario attuale.
Il testo originale dice così:
"Adì 29 Novembre 78. Il Padre Fra Daniel da Castro Villa M.C. (M.C. = Minore Conventuale), di frari d'anni 65 dà febre in giorni 33 (= cioè era stato ammalato per 33 giorni). Medici Galdaldin et Artman. Licenziato". (= cioè i medici avevano "licenziato" il cadavere per la sepoltura, avendo constatato che la morte era stata naturale e non, per esempio, per omicidio o avvelenamento).

Questa preziosa nota per la corretta lettura e comprensione del documento di morte, l'ho avuta dalla cortesia dello storico Isidoro Liberale Gatti in una mia corrispondenza con lui del 28 dic 2006.

Death Certificate of Frà Daniele,
29 november 1678

The document recording Daniele da Castrovillari's death found in the S.Tomà's Parish Register of Deaths in Venice, Italy:

NOTE OF HISTORIAN ISIDORO GATTI:
[...]the original text[...] has to be transcribed "prout iacet" and not "modernized" according to current spelling or vocabulary.
The original text reads:
"On 29 November 78. Father Daniel da Castro Villa M.C. (M.C. = Minor Conventual), friar of 65 years of age gives in to fever after 33 days (= he had been ill for 33 days). Doctors Galdaldin et Artman. Licensed." (= Doctors had "licensed" the corpse for burial, after finding that the cause of death was natural and not, for example, for murder or poisoning).

This precious note for the correct reading and understanding of the document, was given to me as a courtesy by historian Isidoro Liberale Gatti in my correspondence with him of the 28 December 2006.

Alessandro Saraceni

   

   

   

   

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biographical note

by Alessandro Saraceni

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abito usato dai frati conventuali incipit dell'aria 'Amanti Costanti' dal manoscritto 'La Cleopatra' musicato da Daniele da Castrovillari